Sedici anni oggi, il mio primo terremoto affettivo. Mio papà, dieci mesi e un cancro, a prepararmi alla fine, che poi alla fine mai si è preparati.
Due
Ci siamo, abbiamo tagliato anche il nastro dei due anni. E io non me ne sono accorta. Perché la verità è che girano le lancette sull’orologio, scorrono i giorni sul calendario ma io sono ferma a due anni fa.
Dal canto al pianto
Appuntamento per tutti alle ore diciotto. Finestre e balconi tanti piccoli palcoscenici, a intonare le italiche canzoni, quelle che più ci rappresentano. Dal patriottico Inno di Mameli rivisitando tutto il juke box nazionalpopolare, improvvisati cantori di una emergenza che aveva appena iniziato la sua distruttiva operosità.
In silenzio, è Pasqua
La nostra seconda Pasqua vissuta con la tua assenza, è due volte surreale. La tua mancanza schiaccia, sempre e di più nei giorni di festa, che ormai non lo sono più per me.
Ventitré
Chiusi in casa. Dietro una finestra, la vita che non c’è. Tutto fermo, immobile, schiacciante. Ho sempre detto che la mia vita, ormai da ventitré mesi, si è arrestata, ovattata da un dolore senza soluzione di continuità.
Dietro un vetro
È come vivere in un universo parallelo. Non riconosceresti il tuo mondo, perderesti ogni punto di riferimento. Tu che sei sempre stato così empatico, fisico, aperto a ogni esperienza sociale.
Ventidue, e il mio corridoio
Ventidue mesi, che non quantifico, se non nella tua assenza. Per il resto tutto scivola, senza soluzione di continuità, e senza la minima emozionalità.
Per dirti ciao
Inciampo casualmente in questa canzone, all’alba di un’altra sofferta giornata. Tiziano Ferro. Per dirti ciao! Specchiarsi in quelle parole è un nanosecondo.
Ventuno
Un altro mese è andato, schiacciandomi nella sua maledetta realtà. Ventuno, tagliamo l’ennesimo crudele mesiversario.
Compleanno
I venti anni di tuo fratello, oggi. A sentirmi dire “che c’ho da festeggià”.