Sono mancati gli auguri di tuo padre, ed è mancato il suo solito regalo, quel profumo che c’è sempre stato anche dopo la nostra separazione.
Non vivevamo più insieme da tanto, ma era comunque presente.
Condivisione innaturale di un figlio strappato ai suoi affetti da un destino bastardo, e dell’altro figlio che ha diritto di vivere la sua vita trasfigurata nel modo peggiore, con la perdita del fratello e del padre in meno di sette anni.
Oggi, il compleanno di zio Massimo… sedici anni trascorsi in un lampo, sedici anni anche con la sua assenza.
A volte mi sento soffocare da tutto questo dolore che ci ha colpiti, mi chiedo perché tutto a noi.
Una escalation di dolore che sembra non abbandonarci.
Da mio papà, primo mio grande e immenso dolore, dal quale credevo di non rialzarmi, per poi rendermi conto che era solo l’inizio.
Dopo di lui mio cognato, e poi mio figlio, e ora anche tuo padre.
A volte penso, oggi anagraficamente cosa sono? Separata, vedova, cosa?
Libera, credo sia questo il mio stato anagrafico attuale.
Libera, che è una parola piena di tutto, di tanto, di bello e di immenso, ma che cucita su me stessa, lascia solo tanta rabbia e tanta sofferenza.
Ynwa, vita mia
E saluta tutti da parte mia 💕
La libertà è uno stato meraviglioso ma pieno di responsabilità, di doveri. Sembra un controsenso, ma essere liberi senza pensare agli altri, senza accorgersi degli altri farebbe di noi dei miseri egoisti egocentrici. E noi oggi pensiamo agli altri che non abbiamo più qui con noi. Sono passati tanti anni, il tempo lenisce il dolore, ma non riempie i vuoti, quelli restano lì, per lasciarci liberi di pensare ai nostri amori ogni volta che vogliamo. Possiamo pensarli con rabbia, con dolore, ma anche con la felicità che ha contraddistinto tanti momenti di vite brevi ma piene di cuore, di sentimenti gratuiti, donati, liberi. Questo è il mio stato: libera di sentire la vita nonostante la morte, la leggerezza nonostante le difficoltà, la gratitudine davanti al dolore. E così non cammineremo mai soli.❤️