Quasi cinque

Ci avviciniamo ai cinque. La nostra cinquina. Il tempo non ha affievolito nulla, ha solamente indirizzato il mio sopravvivere che rimarrà per sempre ferito a morte.

Quel famoso “il tempo aiuterà” può valere per tutto il resto ma non quando perdi un figlio.

Inutile ripetere che non può essere paragonato ad altro. Inutile ripetere che solo chi ha perso un figlio può capire la tragicità di una vita vissuta a sopravvivere a quel figlio.

Muore una parte di te, e si vive con questo tormento, consapevoli che mai più ti lascerà.

Non si può vivere una vita di ricordi, soprattutto se questi ricordi ti fanno piangere lacrime che si rigenerano di continuo.

Manchi, e questa è l’unica certezza che mi porto dietro.

Ynwa, vita mia

Una risposta a “Quasi cinque”

  1. Ciao Emi. Sei veramente bello in questa foto per me inedita. Bello come l’ultima volta che ti ho visto quando in un momento di tremenda drammaticità il tuo viso appariva sereno, rilassato, tranquillo come se dormissi. Una esperienza devastante quel giorno che, anche se eravamo semplicemente amici uniti da grande affetto e simpatia, ancora oggi offusca momenti delle mie giornate spesso trascorse immerso nel passato. Però anche bei ricordi affiorano nella mia mente come quelli in cui, complice il tuo fratellino, ci abbracciavamo e smanacciavamo intensamente ignorando gli sguardi dei passanti. Chissà se oggi nella nostra avanzata maturità ci saremmo comportati nello stesso modo. Mi piace credere di si. Ciao caro, stammi bene, almeno tu.

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