Numeri
Sei anni e cinque mesi, i tuoi prossimi trenta anni.
Come vivere la perdita di un figlio condividendo pensieri sensazioni rabbia emozioni e ricordi tra terra e cielo
É passato il tuo compleanno, siamo a cinque anni e sei mesi, e io sono sempre qui, chiusa nella tua assenza.
È come sulla vetta di una montagna. Giri lo sguardo per vedere cosa ti circonda, ma resti immobile con le gambe inchiodate a un infinito che non ti appartiene.
Una considerazione da mamma molto incazzata per il destino maledetto di suo figlio.
Il mio uno di tutto, è stato solo il modo per schermare un dolore infinito e irreversibile. Ricominciamo la conta vita mia.
Ho taciuto in questi giorni, annientata solo dal pensiero di altre mamme inchiodate in una vita tra terra e cielo. Pierpaolo e Stefano, a lasciare per sempre i loro affetti, in una domenica che voleva festeggiare la mamma.
Questa mattina, senza alcuna volontà personale, un pensiero assale la mia mente. Il destino, il tuo destino, dove era scritto, e perché?
Saresti stato il solito pagliaccio, oggi, ad appenderti le decorazioni dell’albero alla barba, a dirigere i lavori senza sporcarti le mani, pieno però della tua passione per il Natale.
Avvicinandoci, tutto diventa ancora più difficile da vivere. È un countdown, un conto alla rovescia farcito, impregnato di singhiozzi e di lacrime libere che scendono, senza mio valido comando.
Due i significati di questa parola, che mi calzano, oggi, come un vestito a pelle. Cinquina, cinque cose uguali come i cinque mesi vissuti in fotocopia da qual maledetto ventisette aprile. E cinquina come schiaffo, il manrovescio che un destino scorretto e disonesto ha impresso nella nostra vita, marchiandone a fuoco la sua impronta.