Circo Massimo

Posso dire con certezza che domani sera tu non saresti stato a casa. Thegiornalisti, Circo Massimo. Saresti stato lì, senza se e senza ma.

Le nostre ultime canzoni cantate in macchina, a inseguire un carrello della spesa e una colazione goduta in barba a glicemia colesterolo e trigliceridi, e alla bilancia nostro eterno nemico. Questa era la nostra quotidianità.

Riempirci di cose apparentemente normali, ma che io e te sapevamo trasformare in momenti profondi e carichi del nostro viverci. Non so se esiste qualcuno che può capire. Egoisticamente dico di no.

Perché io e te siamo sempre stati speciali, e ora sono un uccello monco di ala. Che pur avendo voglia di vivere, spesso si chiede perché continuare a farlo, per arrancare ogni giorno faticosamente.

Che tenta di spiccare il volo di nuovo, nella tua ombra, ma che è impedito dal peso della tua assenza. Non ho trovato il coraggio di andarci.

Il Circo Massimo domani lo immaginerò pieno di te, magari appollaiato su un rudere immenso, a cantare le canzoni di uno dei tuoi gruppi preferiti. Ti penserò così.

Ma io resto a casa. Le mie mura, che mi difendono da una realtà difficile da affrontare senza te. O che almeno ancora non ho imparato a combattere. Mi manchi vita mia, e domani sera, canta anche per me.

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