Sette

Più di metà anno solare è trascorso senza te. Sette mesi, nei quali la tua assenza ha iniziato a cementarsi tangibilmente nella mia quotidianità. Trascorsi a ridisegnare una vita che mai sarà, mai più.

La vita che doveva essere, per noi. Chiusa nell’imminente in una bolla, che degnamente ha fatto il suo lavoro, allontanandomi da una consapevolezza che già bussava impetuosamente alla mia porta. Trascinata successivamente da una disperazione inumana e innaturale, sono arrivata stremata psicologicamente a un bivio: cercare aiuto o arrendermi.

E, anche pensando a te, tesorone mio, ho scelto la prima strada. L’ho sempre ripetuto, a te e a tuo fratello, “meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” (Renato Zero cit.), e arrendermi sarebbe stato tradire te e tuo fratello, in quello che è un caposaldo del nostro profondo rapporto.

Mai fermarsi, anche quando la paura ti assale, e l’angoscia si impossessa di ogni respiro. Mi manchi, amore mio, da strozzare il fiato. E mi manca il tuo futuro da scrivere insieme.

E forse questo è ciò che più mi distrugge: ti hanno rubato il futuro, e lo hanno rubato anche a me e a tuo fratello. È questa, la crudeltà ingiusta e bastarda, che sarà necessario elaborare. Imparando a conviverci, così come è necessario fare con la tua assenza.

Tempo, come sempre ripeto. Ci vorrà tempo, unico complice silenzioso, a non dare risposte, ma a concedere quello spazio necessario a elaborare una disperazione cosmica. Nella quale, dovrò imparare a vivere. Con la tua assenza, ma sempre con te.

3 risposte a “Sette”

  1. Non è possibile sentirsi dei nani pensando ad Emiliano, neanche pensando alla sua assenza.
    I nostri giorni sono pieni di lui.
    Ultima riprova volergli intitolare il campo sportivo di Vallerano.
    I suoi ragazzini sanno bene di chi parliamo, ma lo sapranno anche quelli che non hanno avuto la fortuna di vedersi sistemare il pallone da lui per provare un rigore.
    Lo sapeva che” un giocatore si vede dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia” .
    L’hanno scritto per lui, lui la lascia a noi questa verità che non è da tutti, non è per i nani.
    Emiliano, un gigante nella sua piccola vita!
    Il resto viene da se.❤️

    1. La nascita di Emiliano cominciò a dettare la necessità di far organizzare a me e mia sorella le nostre giornate. Ci si accordava per andare a prenderlo a scuola piuttosto che al centro estivo, un pomeriggio al parchetto dei giochi, per gli impegni di un bimbo che era arrivato a catalizzare le attenzioni di tutta la famiglia.
      Io e mia sorella, due storie diverse per quanto siamo diverse già solo a vederci.
      Sembravamo due rette divergenti fino ad Emiliano. Per non parlare poi dei nostri 2000, Leo e Arianna. Nati pochi mesi l’uno dall’altra, hanno vissuto da fratelli fino al loro trasferimento a Vallerano, (e io so quanto le è costata la partenza del cugino) . Oggi diciottenni intrecciano appassionatamente le loro esperienze, condividendole per quanto possibile.
      La morte di Emiliano sconquassa e riunisce fortemente quello che le necessità della vita, la diversità delle scelte fatte aveva apparentemente separato.
      Inserirsi in tutto questo vuol dire avere il coraggio di dire io ci sono e vorrei per quanto “utile” condividere questo dolore.
      Non si risparmia niente a nessuno, ma anche i macigni si sgretolano….
      Restano sempre lì, ma trasformati.

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