Posso dire con certezza che domani sera tu non saresti stato a casa. Thegiornalisti, Circo Massimo. Saresti stato lì, senza se e senza ma.
Scampoli di tempo
Sedici mesi sono trascorsi. Scampoli di tempo che mi tengono inchiodata a un dolore che mai avrà fine. Prigioniera dei troppi perché, e del tormento che non molla la presa.
Evitare
Lasciare scorrere lentamente i giorni, ed evitare tutto ciò che mi porta a te. Non è codardia, non è lasciarsi andare. È davvero impotenza e incapacità di agire.
Conflittualità
Enciclopedia musicale mi chiamavi. Io a raccontarti la mia, per comprendere la tua. Ora, conflittualità allo stato puro. Non canto, ormai non più, così come non ascolto musica, se non a piccolissime dosi, da quel maledetto ventisette aprile.
Trovarti nei tuoi video
Ho riguardato i tuoi girati, video della tua breve esistenza. Inevitabile soffermarmi sul “Vipiteno’s breath”. La nostra passione, la mia passione trasmessa a te.
Quindici
Ho trascorso giorni a rincorrere il nostro primo anno con la tua assenza, nella convinzione che fosse necessario il nostro uno di tutto. Stupida persuasione, a palesarmi oggi la consapevolezza che la realtà crudele mi sfiorava senza elaborazione alcuna.
Precarietà della vita
Mai concetto più vero. Sempre pensato, saputo, ripetuto. La vita è un soffio, è un batter di ali, è un attimo fuggente.
Quattordici senza te
Un altro mese se ne è andato, scivolando indifferente al mio dolore. Tutto continua, senza colmare quel vuoto, il tuo vuoto. Che esiste, intangibile per gli altri, ma per me maledettamente concreto. Ormai da quattordici mesi.
Ricominciamo
Il mio uno di tutto, è stato solo il modo per schermare un dolore infinito e irreversibile. Ricominciamo la conta vita mia.
Riflessioni
Casualmente inciampo in rete, nel nome del dottor Luigi Colusso. Leggo. Medico che da molti anni si occupa di persone in lutto.