Tanti ne sono passati, da quel ventuno maggio duemilaquattro. Oggi, a specchio di calendario.
Trentatrè
Tutto cambia, ma tutto resta uguale. Mutano tempi, luoghi, situazioni, ma tutto rimane fermo a una sofferenza che non ha variazioni di sorta.
Trenta
L’autunno ormai è esploso, nelle forme e nei colori che tu amavi, che noi amavamo tanto. Trenta mesi senza te.
Ancora rabbia
Più si allontana quel maledetto ventisette aprile del 2018, più la mia rabbia sale. Si alimenta dei giorni vissuti con la tua assenza, colmata di memorie che continuano a fare male.
Ventisette
Una considerazione da mamma molto incazzata per il destino maledetto di suo figlio.
Linfa e radici
Sedici anni oggi, il mio primo terremoto affettivo. Mio papà, dieci mesi e un cancro, a prepararmi alla fine, che poi alla fine mai si è preparati.
Due
Ci siamo, abbiamo tagliato anche il nastro dei due anni. E io non me ne sono accorta. Perché la verità è che girano le lancette sull’orologio, scorrono i giorni sul calendario ma io sono ferma a due anni fa.
Dal canto al pianto
Appuntamento per tutti alle ore diciotto. Finestre e balconi tanti piccoli palcoscenici, a intonare le italiche canzoni, quelle che più ci rappresentano. Dal patriottico Inno di Mameli rivisitando tutto il juke box nazionalpopolare, improvvisati cantori di una emergenza che aveva appena iniziato la sua distruttiva operosità.
In silenzio, è Pasqua
La nostra seconda Pasqua vissuta con la tua assenza, è due volte surreale. La tua mancanza schiaccia, sempre e di più nei giorni di festa, che ormai non lo sono più per me.